Un progetto di Resilienza in Sicurezza

In questo post forniamo alcune coordinate, relative ad un esperienza di sviluppo della resilienza in HSE articolato su un progetto di natura cognitiva (formazione), di comunicazione e di sviluppo organizzativo. Finalità del percorso realizzato è di esplorare e attivare le forti potenzialità di questo tema per il consolidamento della cultura della sicurezza.

Il progetto si compone di una fase di audit preliminare, di formazione del personale e di follow-up sui cambiamenti introdotti dalle nuove prassi proposte in tema di sicurezza; a integrazione di queste fasi è stato sviluppato un Portale HSE e un Piano di Resilienza che rappresentano, in termini di comunicazione e partecipazione del personale e a livello di azione organizzativa, un’architettura di supporto essenziale.

Scopo del progetto è creare nuove buone pratiche nella gestione dei rischi.

A livello individuale la resilienza è basata sulla consapevolezza rispetto ai limiti percettivi dell’individuo

A livello di gruppo la resilienza è nella capacità di condividere informazioni e segnali anche deboli su fenomeni che possono diventare critici, aumentando le soglie di allerta e le barriere di prevenzione.

A livello organizzativo la resilienza consiste nel superamento di atteggiamenti di ricerca di capri espiatori rispetto agli errori, libera circolazione delle informazioni connesse alle criticità emergenti e capacità di strutturare “Piani della Resilienza” che raccolgano le segnalazioni relative alle criticità ed i contributi dei lavoratori e ricerchino le migliori iniziative praticabili.

Operando su questi tre livelli di sviluppo della resilienza si crea una cultura diffusa e condivisa nel modo di affrontare le problematiche e le criticità emergenti, fruttuosa per le aziende, sviluppando nuove capacità nell’affrontare situazioni critiche e crisi del sistema aziendale.

Ad ogni livello significativo nasce una visione positiva e condivisa della sicurezza che regola automaticamente i comportamenti delle persone orientandoli a prassi positive: dalla prescrizione dei comportamenti si passa alla produzione naturale di comportamenti virtuosi; abbiamo creato una vera e propria dimensione culturale.

Percorrere e consolidare questi differenti livelli della resilienza permette quindi di sviluppare una forte cultura pratica ed applicativa.

Un’organizzazione caratterizzata dalla cultura della sicurezza è in definitiva un’organizzazione resiliente, che ha consolidato a livello individuale e di gruppo - e accolto a livello organizzativo diffuso - prassi resilienti nell’affrontare i rischi.

 

La cultura della sicurezza si costruisce attraverso:

  • impegno dei dirigenti di alto livello: la dirigenza riconosce il valore della prestazione dei membri dell’organizzazione e si impegna a indirizzarla per continui miglioramenti, considerando la natura fallibile ma flessibile del fattore umano;
  • cultura giusta: supporto del libero resoconto di eventi o fattori di rischio a partire dai livelli operativi sino ai vertici organizzativi, evitando la formazione di una cultura della colpa, condizione che inibirebbe ogni intenzione di segnalare situazioni anomale e comportamenti rischiosi;
  • cultura dell’apprendimento organizzativo: indica il grado in cui l’organizzazione sa capitalizzare le “lezioni apprese” e le esperienze, si osserva dal tasso intervento a seguito di monitoraggio dei feedback di prestazione, dei resoconti sulla sicurezza, ecc.;
  • consapevolezza: deriva dalla capacità di acquisire e gestire le informazioni che circolano nel sistema, ottimizzandole in modo da evitare lacune e ridondanze;
  • prontezza: capacità dell’organizzazione di prevedere i problemi, sensibilizzando i propri membri nell’attenzione ai segnali deboli, alle anomalie, alle procedure rischiose;
  • flessibilità: consiste nella capacità del sistema di adattarsi a una situazione imprevista ottimizzando le risorse al fine di ottenere un buon risultato e senza intaccare le proprie normali funzionalità;
  • opacità: l’organizzazione è consapevole di muoversi vicino al margine del rischio, sa quanto può osare e come ritirarsi se necessario.

(da Wreathall,2006)

 

In sintesi, l’organizzazione resiliente riconosce i vari livelli di responsabilità, è flessibile, è sensibile ai segnali deboli, è aperta all’apprendimento, non crea una blame culture, ottimizza la circolazione dell’informazione (Bracco, 2007).

 

L’applicabilità di questo modello è molto ampia, e le organizzazioni oggi possono guardare alla resilienza come a una nuova frontiera per gestire non solo la sicurezza, nelle sue molteplici dimensioni, ma anche il business, soggetto a fasi di crisi causate da problematiche complesse e a scarsa prevedibilità. Un modello sistemico per costruire una cultura resiliente che potenzi le capacità di gestire in modo efficace gli elementi critici delle imprese e delle organizzazioni in genere.