Sviluppare buone pratiche nel fare sicurezza

Un approccio che punti al cambiamento della cultura nell’ambito della sicurezza consolida, attraverso il coinvolgimento delle persone, prassi durature e condivise che permettono di potenziare il livello di resilienza dell’azienda, cioè la capacità di affrontare situazioni critiche con energia, prontezza ed efficacia. La fallibilità dell’essere umano è infatti controbilanciata dalla grande capacità di problem solving e questo fattore può essere riconosciuto, valorizzato ed organizzato dall’impresa.

Un approccio che punti al cambiamento della cultura nell’ambito della sicurezza consolida, attraverso il coinvolgimento delle persone, prassi durature e condivise che permettono di potenziare il livello di resilienza dell’azienda, cioè la capacità di affrontare situazioni critiche con energia, prontezza ed efficacia.

La fallibilità dell’essere umano è infatti controbilanciata dalla grande capacità di problem solving e questo fattore può essere riconosciuto, valorizzato ed organizzato dall’impresa.

Risultati attesi da un progetto di resilienza nel fare sicurezza

- Maggiori capacità diffuse nel personale del reparto di individuare eventi critici, fattori che possono - se trascurati - sfociare in incidenti (parametro: diminuzione numero di quasi incidenti e di incidenti del reparto.

- Consolidamento di prassi operative del reparto più corrette in termini di sicurezza, maggior confronto e dialogo tra lavoratori  e con i capi reparto sui temi della prevenzione (parametro: introduzione prassi di incontri periodici di condivisione a livello di squadra operativa)

- Maggior responsabilizzazione del personale nei confronti della propria sicurezza individuale e di quella dei  colleghi, miglioramenti nell’atmosfera di lavoro e partecipazione attiva alla gestione della sicurezza (parametri: partecipazione e risultati – in termini di idee di miglioramento e proposte operative delle squadre – ottenuti attraverso il gioco creato sul Portale HSE).

- Miglioramento dei fattori misurati nell’assessment preliminare relativi a:

  1. “Locus of control”: equilibrio e responsabilità nel controllo dei rischi
  2. Stress: maggior dominio attivo della situazione e conseguente riduzione del livello di stress percepito
  3. Fiducia ed identificazione con l’azienda e le scelte del management
  4. Diffusione di prassi di gestione resilienti in materia di sicurezza nelle squadre operative.

 

Buone pratiche

In termini di buone pratiche avviate, la nostra mappa indica tre livelli:

  1. resilienza individuale
  2. resilienza nel gruppo/contesto
  3. resilienza nell’organizzazione

 

  • Buone pratiche di resilienza individuale, di ascolto e di attenzione nello svolgimento delle attività operative, che permettono di superare i naturali limiti della percezione del rischio, prassi di dialogo tra colleghi, di tutoring diffuso (segnalazioni su rischi inavvertiti o avvertiti parzialmente dal collega), prassi di trasferimento di conoscenze ed esperienze dai Maestri di mestiere.
  • Buone pratiche di resilienza di gruppo: I lavoratori hanno adottato una prassi di dialogo sui segnali deboli che si manifestano nelle quotidiane attività operative, di analisi periodica del contesto, di valutazione e ricerca di soluzioni. Esiste una prassi di incontro periodico di condivisione a livello di squadra operativa.
  • Buone pratiche di resilienza a livello organizzativo: l’azienda ha introdotto un modello di ricezione di informazioni e segnalazioni dal reparto produttivo e di valutazione e premio (attraverso il gioco sul Portale HSE) delle indicazioni sui miglioramenti attivabili per la sicurezza, innovativo ed efficace, ed uno strumento, il Piano di Resilience Engineering, che permette di rendere operative in modo strutturato le segnalazioni più rilevanti.